Pagamenti in contanti: dal 1° gennaio 2022 il limite per l'utilizzo del contante scende a mille euro
Continua la missione del Governo di contrastare l'evasione fiscale e le attività di riciclaggio di denaro.
Vengono finalizzate sempre più misure per tracciare ogni trasferimento e introdotti nuovi limiti di utilizzo per il denaro contante.
Le modifiche ai decreti sull’utilizzo del denaro contante
Sono passati oltre vent'anni da quando fu emanato il primo Decreto Legge con lo scopo di identificare il limite ai pagamenti in contanti.
Il primo intervento legislativo finalizzato a limitare l'uso dei contanti risale al Governo Andreotti.
Il dl n. 143/1991 (convertito nella legge n. 197/1991) all'art 1 fissa il divieto di trasferimento di denaro contante, libretti di deposito bancari o postali e titoli al portatore in valuta straniera o in lire quando il valore da trasferire supera i 20.000.000 di lire.
Con l'ingresso dell’euro, il limite dei pagamenti di 20.000.000 di lire in contanti viene convertito nel valore corrispondente alla nuova moneta, ovvero 10.329,14 euro.
Dal 1991 ad oggi, molti dei governi hanno ciclicamente riaffrontato il tema, rivedendo al rialzo o al ribasso gli importi sanzionabili. Dal 2002 le modifiche, infatti, sono state molte e tutte riproponevano regolarmente gli stessi valori: 5.000,00 euro, 12.500,00 euro o 2500,00 euro.
Nello specifico, il limite dei contanti per ogni anno è stato:
• 1991: limite di 10.329* € (D.L. n. 143/1991) (*Corrispondente a 20.000.000 di Lire)
• 2002: limite di 12.500 € (D.M. 17/10/2002)
• 2007: limite di 5.000 € (D.L. n. 231/2007)
• 2008: limite di 12.500 € (D.L. n. 112/2008)
• 2010: limite di 5.000 € (D.L. n. 78/2010)
• 2011: limite di 2.500 € (D.L. n.138/2011)
• 2011: limite di 1.000 € (D.L. n. 201/2011)
• 2016: limite di 3.000 € (Legge n. 208/2015)
• 2020: limite di 2.000 € (D.L. n. 124/2019)
• 2022: limite di 1.000 € (D.L. n. 124/2019)
Fino ad arrivare ad oggi: il decreto fiscale n. 124/2019 è intervenuto ad abbassare la soglia del contante a partire dal primo gennaio 2022 andando a modificare il d.lgs. 231/ 2007; il provvedimento pone come limite la soglia dei 1.000 €.
Esclusione trasferimenti per banche e Poste italiane
La normativa antiriciclaggio si è esposta anche in tema di assegni, vaglia e libretti fissando l'introduzione della clausola di non trasferibilità per gli assegni di Poste italiane spa e banche sopra i 1000 euro.
Viene così sancito l'obbligo di indicazione del beneficiario per assegni sopra i 1000 euro e vietato il trasferimento di libretti di deposito bancari o postali al portatore (inutilizzabili dopo il 31 dicembre 2018).
Come precisa il comma 13 dell'art. 49 sono esclusi i trasferimenti in cui siano parte banche o Poste Italiane S.p.A., istituti di moneta elettronica e di pagamento, e i trasferimenti tra gli stessi in proprio o per il tramite vettori specializzati.
I costi del contante in Italia per Imprese Retail ed Esercenti
Nonostante le iniziative e le regolamentazioni sempre più stringenti imposte dal Governo, il valore del contante in circolazione in Italia è aumentato di circa il 63% dal 2008 alla fine del 2019, raggiungendo i 208,4 miliardi di euro.
Sebbene la crescita abbia subito un rallentamento di quasi tre punti percentuali rispetto al 2018 (dal +4% siamo passati al +1,3%), in rapporto al PIL l’aumento è stato costante negli ultimi due anni (11,8% del PIL).
Un’indagine della Banca d’Italia, pubblicata a marzo 2020, mostra come, sebbene il costo “sociale” di una operazione in contante (0,35€) rimane più basso di quello con le carte di debito (0,60€) e di credito (1,58€), il contante risulta essere per Imprese ed Esercenti lo strumento più costoso a causa dei maggiori oneri variabili legati alla sicurezza (furti, trasporto valori, assicurazioni…).
Come Imprese Retail ed Esercenti possono ridurre i costi generati dal denaro contante?
Lo sviluppo tecnologico ha offerto un contributo importante nella creazione di strumenti utili alla riduzione della circolazione, e quindi del costo, del denaro contante.
Piattaforme ibride tra il digitale e il “fisico” sono in grado di controllare il processo di gestione del contante nei punti vendita, con processi senza soluzione di continuità e che richiedono sempre meno interventi da parte dell’esercente, che quindi delega totalmente la gestione del denaro.
Si tratta dell’evoluzione di una serie di servizi come la cassaforte intelligente (Smart Safe o cashin).
La linea di casseforti intelligenti BNA Italdes vengono installate nel Punto Vendita e, oltre a contenere le somme di denaro, gestiscono i flussi di contanti fino all'accredito sul conto corrente.
Fonti
1. Verso la Cashless Revolution: i progressi dell’Italia e cosa resta da fare | The European House Ambrosetti S.p.A.
2. Il costo sociale degli strumenti di pagamento in Italia | Banca d’Italia
Continua la missione del Governo di contrastare l'evasione fiscale e le attività di riciclaggio di denaro.
Vengono finalizzate sempre più misure per tracciare ogni trasferimento e introdotti nuovi limiti di utilizzo per il denaro contante.
Le modifiche ai decreti sull’utilizzo del denaro contante
Sono passati oltre vent'anni da quando fu emanato il primo Decreto Legge con lo scopo di identificare il limite ai pagamenti in contanti.
Il primo intervento legislativo finalizzato a limitare l'uso dei contanti risale al Governo Andreotti.
Il dl n. 143/1991 (convertito nella legge n. 197/1991) all'art 1 fissa il divieto di trasferimento di denaro contante, libretti di deposito bancari o postali e titoli al portatore in valuta straniera o in lire quando il valore da trasferire supera i 20.000.000 di lire.
Con l'ingresso dell’euro, il limite dei pagamenti di 20.000.000 di lire in contanti viene convertito nel valore corrispondente alla nuova moneta, ovvero 10.329,14 euro.
Dal 1991 ad oggi, molti dei governi hanno ciclicamente riaffrontato il tema, rivedendo al rialzo o al ribasso gli importi sanzionabili. Dal 2002 le modifiche, infatti, sono state molte e tutte riproponevano regolarmente gli stessi valori: 5.000,00 euro, 12.500,00 euro o 2500,00 euro.
Nello specifico, il limite dei contanti per ogni anno è stato:
• 1991: limite di 10.329* € (D.L. n. 143/1991) (*Corrispondente a 20.000.000 di Lire)
• 2002: limite di 12.500 € (D.M. 17/10/2002)
• 2007: limite di 5.000 € (D.L. n. 231/2007)
• 2008: limite di 12.500 € (D.L. n. 112/2008)
• 2010: limite di 5.000 € (D.L. n. 78/2010)
• 2011: limite di 2.500 € (D.L. n.138/2011)
• 2011: limite di 1.000 € (D.L. n. 201/2011)
• 2016: limite di 3.000 € (Legge n. 208/2015)
• 2020: limite di 2.000 € (D.L. n. 124/2019)
• 2022: limite di 1.000 € (D.L. n. 124/2019)
Fino ad arrivare ad oggi: il decreto fiscale n. 124/2019 è intervenuto ad abbassare la soglia del contante a partire dal primo gennaio 2022 andando a modificare il d.lgs. 231/ 2007; il provvedimento pone come limite la soglia dei 1.000 €.
Esclusione trasferimenti per banche e Poste italiane
La normativa antiriciclaggio si è esposta anche in tema di assegni, vaglia e libretti fissando l'introduzione della clausola di non trasferibilità per gli assegni di Poste italiane spa e banche sopra i 1000 euro.
Viene così sancito l'obbligo di indicazione del beneficiario per assegni sopra i 1000 euro e vietato il trasferimento di libretti di deposito bancari o postali al portatore (inutilizzabili dopo il 31 dicembre 2018).
Come precisa il comma 13 dell'art. 49 sono esclusi i trasferimenti in cui siano parte banche o Poste Italiane S.p.A., istituti di moneta elettronica e di pagamento, e i trasferimenti tra gli stessi in proprio o per il tramite vettori specializzati.
I costi del contante in Italia per Imprese Retail ed Esercenti
Nonostante le iniziative e le regolamentazioni sempre più stringenti imposte dal Governo, il valore del contante in circolazione in Italia è aumentato di circa il 63% dal 2008 alla fine del 2019, raggiungendo i 208,4 miliardi di euro.
Sebbene la crescita abbia subito un rallentamento di quasi tre punti percentuali rispetto al 2018 (dal +4% siamo passati al +1,3%), in rapporto al PIL l’aumento è stato costante negli ultimi due anni (11,8% del PIL).
Un’indagine della Banca d’Italia, pubblicata a marzo 2020, mostra come, sebbene il costo “sociale” di una operazione in contante (0,35€) rimane più basso di quello con le carte di debito (0,60€) e di credito (1,58€), il contante risulta essere per Imprese ed Esercenti lo strumento più costoso a causa dei maggiori oneri variabili legati alla sicurezza (furti, trasporto valori, assicurazioni…).
Come Imprese Retail ed Esercenti possono ridurre i costi generati dal denaro contante?
Lo sviluppo tecnologico ha offerto un contributo importante nella creazione di strumenti utili alla riduzione della circolazione, e quindi del costo, del denaro contante.
Piattaforme ibride tra il digitale e il “fisico” sono in grado di controllare il processo di gestione del contante nei punti vendita, con processi senza soluzione di continuità e che richiedono sempre meno interventi da parte dell’esercente, che quindi delega totalmente la gestione del denaro.
Si tratta dell’evoluzione di una serie di servizi come la cassaforte intelligente (Smart Safe o cashin).
La linea di casseforti intelligenti BNA Italdes vengono installate nel Punto Vendita e, oltre a contenere le somme di denaro, gestiscono i flussi di contanti fino all'accredito sul conto corrente.
Fonti
1. Verso la Cashless Revolution: i progressi dell’Italia e cosa resta da fare | The European House Ambrosetti S.p.A.
2. Il costo sociale degli strumenti di pagamento in Italia | Banca d’Italia